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Le 10 lingue antiche mai decifrate: Rongorongo

Molte le biblioteche che narrano di antichi testi ritrovati che potrebbero svelare chissà quali segreti riferiti alla storia dell'uomo, ad avvenimenti rimasti nascosti nelle pieghe del tempo e dello spazio, a culture ormai scomparse e a verità e conoscenze perse nel secoli se non addirittura nei millenni. Affascinante argomento che stimola la fantasia e la curiosità di chiunque. Dieci sono gli esempi più lampanti di questa verità. Dieci antichi volumi potrebbero infatti contenere la chiave per comprendere civiltà scomparse e magari sconosciute. Testi che contengono lingue morte e, per ora, del tutto indecifrabili, che potrebbero spiegare segreti spirituali o raccontare di una normale serie di attività di ogni giorno, o citare pensieri astratti, idee personali o estremamente concreti. Tutto o il contrario di tutto. Molte delle lingue morte in cui sono scritti, probabilmente non saranno mai decifrate, ma in tutti i casi rappresentano testimonianze criptiche dell’enorme complessità dell’uomo che ha abitato il nostro pianeta e della nostra storia, conosciuta e/o sconosciuta.

7° Rongorongo

Rongorongo

Non può mancare poi da questa classifica di arcani l'opera composta dalla scrittura antica di Rapanui meglio conosciuta come l’Isola di Pasqua e universalmente nota per le sue gigantesche sculture in pietra. Gli abitanti di quest’isola, nella zona del Pacifico del Sud, sono gli unici ad aver approntato una scrittura propria, ad oggi, solo parzialmente decifrata. L'opera  consta di 26 tavolette in legno, ora situate in musei in giro per il Mondo e fu scoperto tra il XVIII e il XIX secolo. Gli studi furono condotti dal ricercatore tedesco Thomas Barthel e parzialmente decifrati anche grazie alla scoperta di un calendario lunare, riportato su una tavoletta (Manari)
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