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Le 10 lingue antiche mai decifrate: Codex Seraphinianus

Molte le biblioteche che narrano di antichi testi ritrovati che potrebbero svelare chissà quali segreti riferiti alla storia dell'uomo, ad avvenimenti rimasti nascosti nelle pieghe del tempo e dello spazio, a culture ormai scomparse e a verità e conoscenze perse nel secoli se non addirittura nei millenni. Affascinante argomento che stimola la fantasia e la curiosità di chiunque. Dieci sono gli esempi più lampanti di questa verità. Dieci antichi volumi potrebbero infatti contenere la chiave per comprendere civiltà scomparse e magari sconosciute. Testi che contengono lingue morte e, per ora, del tutto indecifrabili, che potrebbero spiegare segreti spirituali o raccontare di una normale serie di attività di ogni giorno, o citare pensieri astratti, idee personali o estremamente concreti. Tutto o il contrario di tutto. Molte delle lingue morte in cui sono scritti, probabilmente non saranno mai decifrate, ma in tutti i casi rappresentano testimonianze criptiche dell’enorme complessità dell’uomo che ha abitato il nostro pianeta e della nostra storia, conosciuta e/o sconosciuta.

8° Codex Seraphinianus

Codex Seraphinianus

A buon diritto è da citare in questo elenco  il Codex Seraphinianus, composto dall’artista Luigi Serafini verso la fine degli anni settanta che è quindi è tutt’altro che antico. "Il testo più strano del Mondo", così è stato emblematicamente definito da molti. In realtà si tratta di 360 pagine contenenti una vera e propria collezione di oltre un migliaio di disegni che appare come un’enciclopedia scritta con grafia non decifrabile.
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